Cari amici,
il Signore mi ha fatto una grande grazia, poiché mi ha fatto conoscere il pellegrinaggio Impruneta-SS. Annunziata del 7 settembre appena l’anno successivo in cui esso è nato. Mi ha poi fatto un altro regalo chiedendomi (insieme a tanti amici) di partecipare attivamente alla costruzione del gesto. Per questo racconto molto brevemente cosa tutto questo ha significato e significa per me. Scrivo le due cose che più mi colpiscono ogni anno:
Il pellegrinaggio è il gesto più semplice e utile di preghiera vera per iniziare l’anno. Mi ritrovo spesso a iniziare ogni anno carico di desideri e preoccupazioni, ansie e aspettative, come penso ognuno di noi. Di fronte alla vita che stringe mi accorgo che posso cercare di destreggiarmi tra le mie questioni, cercando di tenere tutto insieme, oppure fare la cosa più semplice: offrirle e affidarle alla Madonna perché le porti ai piedi di Gesù. È così che tutto ritrova il suo posto, e posso ricordarmi che tutto mi è dato solo perché io faccia un passo in più verso di Lui. Il pellegrinaggio, proprio il 7 settembre, quando la vita “ricomincia”, è questa immensa occasione. Fare il pellegrinaggio mi ricorda che sono in cammino, che sono in cammino verso una casa, dove mi aspetta qualcuno che mi ama, e infine che non sono da solo, perché sono circondato di amici che supportano il mio camminare. Che bello un gesto così semplice che ci mostra quello che, in fondo, è l’essenza della vita cristiana.
Avere la fortuna di organizzare il gesto mi fa gustare ogni anno della bellezza di vedere Gesù all’opera. Perché, se c’è una cosa che ho capito guidando l’associazione In Cammino, è che le cose le costruisce Dio. Noi siamo “servi inutili”, custodi di qualcosa di più grande di noi che emerge prepotente nonostante la nostra pochezza. Potrei fare mille esempi di fatti dove ho visto accadere questo! I nostri poveri tentativi sono sempre stati superati dalla bellezza che vedevamo accadere, e tante volte mi sono ritrovato commosso vedendo come Dio agiva. Per questo mi viene da dire che, organizzare il pellegrinaggio per tanti anni non è stato un “fare” qualcosa. Ma piuttosto un mettersi in prima fila per vedere cosa Dio avrebbe fatto, in me e negli altri. Ecco, riconoscere la Sua presenza all’opera è forse la cosa che più mi spinge ogni anno a impegnarmi con questa storia. Ed è anche l’unico motivo, da cristiano, per cui faccio le cose.
In sintesi: che gratitudine! Ci è capitata una grande grazia, che porta frutti inaspettati e imprevedibili. Per questo ringraziamo Dio.
Tommaso